martedì 28 maggio 2013

IL MAESTRO E MARGHERITA:IL MAGNIFICO SEGRETO.





IL ROMANZO

Il maestro e Margherita, il capolavoro segreto di Michael Bulgakov, viene così definito dalla critica, perché vide la luce solo a cavallo tra il 1966 e il 1967, ossia 26 anni dopo la morte di colui che gli diede la vita.
Un romanzo al quale lo scrittore dedicò dodici anni della sua esistenza, un libro strabiliante, magico e unico nel suo genere, che vi affascinerà sin dalle prime pagine.
Vieni con me, mio lettore! Chi ti ha detto che non esiste sulla terra un amore vero, fedele, eterno? Venga tagliata la ripugnante lingua al mentitore! Vieni con me , mio lettore, soltanto con me, e ti mostrerò questo amore!
Questo invito che ci introduce all'opera riassume la potenza dell’amore straordinario di Margherita, per il compagno della sua vita, il Maestro, un tormentato scrittore sparito inspiegabilmente, dopo aver dato alle fiamme la sua opera, nella quale rivisitava la versione del Vangelo e imperniato principalmente sulla condanna di Gesù.
Due sono le vicende che si intrecciano nel libro dove l’autore alterna la Gerusalemme dell’epoca di Gesù alla Russia staliniana degli anni ’30.
La prima trama si apre nello scenario di un tranquilla giornata nella città di Mosca, nella quale avviene uno strano incontro tra Berlioz, direttore di una rivista letteraria, che sta passeggiando in compagnia del poeta Ivan Nikolaevič, e Woland, un inquietante forestiero, che si presenta come professore di magia nera.
Introducendosi nella conversazione egli instaura con loro un dialogo surreale in cui si disquisisce dell’esistenza di Dio. Lo strano personaggio sostiene al riguardo di aver conosciuto Ponzio Pilato e Gesù, nella figura del profeta Ha-Nozri.
A sorpresa lo straniero conclude la bizzarra chiacchierata predicendo l’imminente morte di Berlioz, lasciando esterrefatti e perplessi i due amici, i quali pensano di avere a che fare con un folle.
Ma da quel momento in poi inizierà come per…magia un rocambolesco susseguirsi di esilaranti ed incredibili episodi che sconquasseranno la tranquilla routine della città, sconvolta proprio da Woland, che in realtà si rivela ….il Demonio in persona!


Woland e Behemot a Mosca
L’altra vicenda che si intreccia abilmente con la prima, narra le peripezie di Margherita per ritrovare l’amore perduto, che in realtà è ricoverato in un manicomio.
Ma il romanzo non è solo un ammaliante storia d’amore tra il Maestro e Margherita, ma un’opera che approfondisce i dilemmi dell’essere umano, dal rapporto dell’uomo con Dio, all’influenza del potere sull’individuo, al significato del male ed il bene insiti nell’umanità: questi temi si intersecano e si amalgamo mirabilmente stimolando profonde meditazioni che ci poniamo spesso durante il viaggio della nostra vita.
Riflessioni che si possono riassumere nell’epigrafe che introduce il primo capitolo dell’opera con la frase del Goethe di Faust
“…dunque chi sei?”

“Sono una parte di quella forza che eternamente vuole il male ed eternamente opera il bene.”


I PERSONAGGI
"Il Maestro e Margherita" non fa solo riflettere ma riesce a farci sognare, facendoci palpitare con l’amore folle e straordinario di Margherita, simbolo di una femminilità nel senso più intrinseco e profondo della suo significato: la donna che vede la propria  realizzazione nell’uomo amato.
Margherita e il suo viaggio
Una compagna di vita, che trasvola però oltre i limiti di una figura remissiva e statica, ma una guerriera coraggiosa e idealista che unisce ad un sentimento nobile come l’amore la comunione col proprio uomo di un’elevazione dell’animo umano, oltre i confini dell’esistenza che viene sacrificata in nome dei valori in cui crede.
Come non sentirsi travolgere dalle peripezie della protagonista che inizia il suo viaggio surreale a cavallo di una scopa, in seguito ad un rito magico, mentre nell’alto di un cielo notturno assiste ad uno scenario apocalittico e travolgente di una Mosca in fiamme, sopraffatta ormai dall’enigmatico Woland.
Behemoth
Ma soprattutto come non rimanere affascinati dall’inquietante Demonio, circondato da una combriccola dai contorni grotteschi e indimenticabili che creano lo scompiglio nella capitale: da Behemoth, un gatto dalle dimensioni gigantesche, che impersona il male, ma che riesce a strappare sorrisi per il suo aggirarsi cialtronesco e sempre ironico tra gli uomini, sconvolti dalla sua incredibile e ingombrante presenza, a Korov'ev, distinto maggiordomo col monocolo che si contraddistingue per il suo immancabile e suoi baffetti impomatati, oppure Azazello, servo minaccioso e sicario preposto alle intimidazioni
Ma la figura di Holand è complessa e enigmatica e prescinde dallo stereotipo del diavolo come retorica impersonificazione del male assoluto.
Anzi, l’atteggiamento di chi vede il suo personaggio come sovvertitore troppo feroce nei confronti di un sistema irrimediabilmente malvagio e corrotto, si ammorbidisce e si colora lentamente di tinte più umane e profonde sino a, con l’evolversi delle vicende rocambolesche, mettere in crisi il lettore che da un significato completamente opposto al suo personaggio.
Da rappresentazione del Male, ad un diavolo che paradossalmente difende l’esistenza di Dio e quindi del Bene, a colui che incarna in fondo la Giustizia, che chissà quante volte molti di noi invocano nel cuore sopraffatti da un'odierna società corrotta e meschina così simile a quella descritta da Bulgakov.
Insomma alla fine ci ritroviamo a parteggiare per Woland e per le sue azioni volte a riportare l’ordine in un’umanità prigioniera dei propri limiti.
In questo enigmatico personaggio potremmo racchiudere tutti dilemmi e le dicotomie dell’essere umano il bene e il male, il sentimento e la ragione, l’amore e l’odio, l’orrore e la bellezza,
Un demonio che mette l’umanità a nudo, e che risalta quanto a volte l’ideologia che uccide un sistema in fondo può portare pur proclamandosi rivoluzionaria alla creazione di un altro sistema che opprime ugualmente la libertà dell’uomo.

L’OPERA E LA SUA VITA
Michael Bulgakov
Certamente il capolavoro di Bulgakov non può prescindere dalle sue esperienze personali di scrittore vissuto all’ombra di una grigia e opprimente Russia staliniana, ingabbiato in un regime che ha condizionato tutte le sue opere.
Infatti il grande Bulgakov non ebbe la soddisfazione di vedere mai pubblicato il suo grande capolavoro, scritto in gran segreto dopo che si era ritirato dalla vita pubblica nella grigia Russia di Stalin: troppo veritiera e spietata nel romanzo la raffigurazione della città di Mosca, in cui emerge una società corrotta e meschina, la stessa città nella quale lo scrittore era stato costretto a convivere con un regime dalle regole inaccettabili per ogni essere umano che aspiri ai più elementari diritti umani, dalla libertà e alla giustizia.
Laureato in medicina, dopo aver trascorso alcuni anni svolgendo la professione di medico, si trasferì a Mosca, iniziando a dedicarsi ad un’intensa attività letteraria e collaborando con alcune riviste che gli pubblicarono prima racconti e poi i romanzi.
Com’era facilmente prevedibile la sua penna pungente e i suoi scritti graffianti contrastavano inevitabilmente con i dogmi del potere rendendo sin dall’inizio molto travagliati i suoi rapporti con il regime comunista.
L’episodio cardine che diede una svolta alla sua esistenza ha dello stupefacente: Bulgakov, proprio come nei sui rocamboleschi e surreali romanzi infatti, fu protagonista di un’incredibile vicenda, che simboleggia come il potere cerchi di neutralizzare la libertà di pensiero assoggettando e inglobando il singolo in una sistema-trappola per l’Uomo e il suo pensiero.
Dopo varie peripezie e persecuzioni, l’autore incapace di piegarsi alle regole del “nuovo socialismo”, dopo una perquisizione in cui gli venne sequestrato il manoscritto “Cuore di cane”, pensò di sfidare con un atto coraggioso il regime che lo voleva imbrigliare.
Esasperato anche dall’ultima comunicazione in cui gli si proibiva la rappresentazione di tutte le opere che fino a quel momento erano state condivise dai principali teatri della città, scrisse al governo una lettera in cui autodenunciava la sua incapacità di adattarsi alle regole del regime, chiedendo perlomeno la possibilità o di espatriare o di dirigere un teatro per continuare a sopravvivere.
Ma l’epilogo ebbe dell’incredibile: Stalin in persona lo spiazzò rispondendo alla sua provocazione e offrendogli addirittura un impiego al Teatro dell’Arte di Mosca!
Bulgakov accettò e da quel periodo si acuirà il rapporto travagliato dello scrittore con il potere, tra avversità continue, come le mancate pubblicazioni con la travagliata Vita del signore de Molière, al blocco della rappresentazione di Adamo ed Eva, e soddisfazioni per i successi di alcuni spettacoli come Le anime morte di Gogol.
Nella vita privata lo scrittore ebbe senza dubbio miglior fortuna, riuscendo a coronare il sogno di unirsi con la donna della sua vita, Elena Sergeevna, la terza moglie, con cui ebbe antecedentemente una storia travagliata a causa del precedente matrimonio.
Nel 1936 si dimise infine dal Teatro dell’Arte e si ritirò a vita privata. Pur continuando un rapporto sempre altalenante e sofferto col potere che l’ha di fatto condizionato per tutta la vita, Bulgakov riuscì a  a dedicarsi al suo grande capolavoro, che ancora oggi desta ammirazione in tutto il mondo e viene considerato tra i grandi capolavori della letteratura Russa.

BIOGRAFIA
Michael Bulgakov nacque nel 1981 in Ucraina, a Kiev, primo di sette fratelli.
Il giovane Bulgakov
Il padre, Afanasij Ivanovič, era un insegnante di teologia all’Accademia Ecclesiastica e la madre era una donna molto colta che lo instradò verso l’amore per la letteratura.
A 17 anni si innamorò di Tatiana Lappa e la sposerà nel nel 1913
Nel 1916 si laureò in medicina e fu inviato a Nikol'skoe, nella provincia di Smolensk, in una zona rurale.
Nonostante fosse oberato dal lavoro, essendo l’unico medico responsabile, inziò a dedicarsi ai primi racconti e risalgono a questo periodo le due prime opere letterarie .
Una era l’abbozzo di quello che diventerà Memorie di un giovane medico, composto nel 26 e destinato come molte altre sue opere ad essere pubblicate solo dopo la sua morte.
E l’altro Morfina, racconto autobiografico che si rifà alla sua esperienza personale con questa sostanza della quale fu dipendente per un anno.
Nel 1918 rientrò a Kiev, ed aprì con la moglie un gabinetto medico specializzato in cure veneree.
In questo periodo Kiev vive continui sovvertimenti politici: la città è contesa tra i bolscevichi, le guardie bianche fedeli allo zar  ed infine i tedeschi.
Tatiana Lappa-La prima moglie
Bulgakov parteggiò per i bianchi, per poi accogliere con favore i rossi che misero fine ai disordini che sovrastavano la città.
Nel 1919 venne inviato come medico militare, dove continuò a coltivare il suo interesse per la letteratura, ed iniziò a scrivere anche il giornalista, fino a quando una rivista locale pubblicò un su racconto.
Nel 1920 si ammalò di tifo e abbandonò la carriera di medico, per dedicarsi alla sua passione, la letteratura.
Nel 1921 si trasferì a Mosca con la moglie, dalla quale divorziò per sposare la seconda moglie, Ljubov' Belozerskaja.
Prese sistemazione in Via Sadovaja al numero 10, destinato a passare  alla storia, perché proprio una stanza di quell’appartamento divenne la sede del quartier generale di Woland, nel romanzo Il maestro e Margherita.
Iniziò così il periodo travagliato dello scrittore, contrastato dal regime, a causa delle sue feroci opere satiriche che anche se in chiave metaforica, riflettevano un ritratto spietato del clima grigio e corrotto dell’epoca.
E nell’euforia della Russia rivoluzionaria, visse arrangiandosi con piccoli lavori e le sue prime collaborazioni con le riviste letterarie,
Tra il 23 e il 25, ebbe le prima soddisfazioni letterarie e da scrittore dilettante si trasformò in autore stimato e conosciuto anche all’estero
Pubblicò infatti Appunti sui polsini, La guardia bianca, Diavoldeide, Uova fatali e Appunti di un giovane medico, che aveva abbozzato mentre svolgeva la professione medica.
Ma fu proprio il suo successo e le sue doti letterarie che davano un’immagine troppo veritiera della società corrotta, unitamente alle sue radici borghesi, che gli crearono i primi forti contrasti con il regime allora capeggiato da Lenin.
Nel 24 a Lenin succede Stalin, e la repressione si fece sentire sempre più pesantemente.
Nel 1925 B. compose Cuore di cane, un racconto polemico e satirico che gli costò la collaborazione con la rivista Nedra, che aveva dato precedentemente spazio alle sue prime opere.
Chiedendogli ripetutamente di revisionare il racconto, alfinela direzione si decise a comunicargli che era inutile continuare. Nel 1926, a maggio il suo appartamento venne perquisito e gli vennero sequestrati sia il diario che il manoscritto cuore di cane..
Nel frattempo le sue opere ebbero un grande successo nei principali teatri della capitale
Ma le difficoltà e i contrasti con le autorità continuarono incessanti: L’appartamento di Zoja, e I giorni del turbin che stavano per essere allestiti vennero tolti dai cartelloni , La figura del Moliere e L’isola purpurea ritirati.
Il 18 marzo 1930 venne infine dato il veto alla rappresentazione di tutte le opere di Bulgakov e gliene venne comunicata la sentenza.
E fu proprio nel 1930, che avvenne la famosa telefonata tra Stalin e Bulgakov, avvenuta in concomitanza con un grave avvenimento che segnò profondamente l’animo di Bulgakov: il suicidio dell’amico, Majakovskij, il Poeta della rivoluzione, che si tolse la vita con un colpo di pistola a soli trentasette anni, ma  sul cui tragico epilogo ancor oggi sorgono parecchi dubbi. Fu la prima vittima delle repressione nei confronti degli intellettuali russi perseguitati dal regime staliniano. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/04/10/majakovskij-stato-suicidato.html
Nella lettera che scrisse al dittatore Bulgakov, al quale era stata tolta anche la possibilità di andare all’estero persino per visitare i fratelli, chiese perlomeno di avere un impiego al Teatro d’arte di Mosca per poter sopravvivere.
Dopo tre settimane Stalin sorprendentemente gli rispose con una telefonata accettando la sua proposta.
Decisione presa dal dittatore probabilmente per il timore di non creare agli occhi del popolo un nuovo martire come l’amico scomparso.
Bulgakov accettò la proposta e inizia così una nuova vita e un rapporto sempre più travagliato e sofferto col potere staliniano.
Le fasi della sua attività letteraria si alternarono tra successi delle rappresentazioni teatrali come I giorni del turbin e Le anime morte di Gogol e boicottaggi verso altre opere come Adamo ed Eva al quale fu impedito di andare in scena oppure La vita del signor Molierè che non venne pubblicato, o ancora la commedia Ivan Vasil'evič che venne allestita e in seguito proibita dopo che erano già avvenute le prove generali.
Michael Bulgakov e Elena  Sergeevna, la sua terza moglie
Nella vita privata nel frattempo riuscì invece a coronare il suo sogno: sposarsi con Elena Sergeevna, la donna con la quale aveva da tempo una relazione complicata dalle tensioni con il marito, che minacciava di toglierle i figli.
Nel 1936 si dimise dal Teatro dell’arte e si ritirò a vita privata e di in segreto si dedica alla stesura del suo magnifico capolavoro Il Maestro e Margherita, che vide però la luce solo nel 66, suscitando non solo in Russia, ma anche nel mondo intero un travolgente successo.
Continuarono comunque i tentativi di Bulgakov: nel 38 scrisse una pièce sulla vita di Stalin, che com’era facilmente immaginabile venne vietata come molte altre delle sue opere.
Nel 39 gli venne diagnosticata la sclerosi renale, una malattia incurabile e morì quindi nel 1940, a soli 49 anni., lasciando ai posteri uno dei libri più belli della storia della letteratura, peccato non averne goduto il dovuto successo…..ma chissà……forse il Diavolo ci aveva messo la coda.

I FILM
Da questo libro venne tratto anche un bellissimo film italiano.
Il maestro e Margherita è stato prodotto in Iugoslavia.
Il film non ebbe però molta fortuna in Italia negli anni in cui la propaganda comunista e antiliberale
furoreggiava nel nostro paese!
Se volete accontentarvi, questa è la versione italiana, con fastidiose sottoscritte in inglese http://youtu.be/33TqxF3BhBM
Oppure esiste la versione russa, ma con sottoscritte in italiano

OPERE DI BULGAKOV PUBBLICATE IN ITALIA 
Il Maestro e Margherita
La guardia bianca-
Il film "il maestro e Margherita"

Uova fatali
Romanzo teatrale
Cuore di cane
L’isola purpurea [o L’isola rossa]
I giorni dei Turbin;
Ivan Vasilevic;
La corsa
Teatro
[I giorni dei Turbin ; La corsa ; L’isola purpurea ; Beatitudine ; Ultimi giorni (Puskin) ; Ivan Vasil’evic ; La cabala dei bigotti (Moliere) ; Don Chisciotte]
Vita del signor di Moliere
Racconti
L’appartamento di Zoja
Adamo e Eva
I racconti di un giovane medico
 Bulgakov: chissà a cosa Diavolo penserà
Appunti di un giovane medico
Diavoleide
Appunti sui polsini
Feuilletons
Morfina
Ho ucciso e altri racconti
Lettere a Stalin, Enukidze e Gorkij
Il grande cancelliere e altri inediti
Diorama moscovita
Mosca dalle pietre rosse; La coppa della vita; La capitale nel blocknotes]
Piccola prosa
Racconti brevi e feuilletons
http://www.ibs.it/libri/Bulgakov+Michail&seq=VEN/i+libri+piu+venduti+michail+bulgakov.html

domenica 19 maggio 2013

LA MASTECTOMIA DI ANGELINA JOLIE:LA SCONFITTA DELL'ONCOLOGIA




La notizia ha già fatto il giro del mondo: Angelina Jolie si è sottoposta alla mastectomia bilaterale per prevenire il cancro.
La sua dichiarazione: “I medici mi hanno detto che ho il gene BRCA1 che mi dà l’87 per cento di probabilità di avere il cancro al seno e il 50 per cento quello alle ovaie. Una volta appresa la realtà ho deciso di agire. Sono partita dal seno perché il mio rischio di tumore è più alto e gli interventi più complessi”
La madre Marcheline Bertrand, aveva perso dopo 7 anni, la sua battaglia per un tumore alle ovaie.

Molti hanno definito la sua decisione un atto di coraggio, addirittura di eroismo.
Io, al contrario, lo chiamerei più onestamente: PAURA, paura di non poter sconfiggere l'incubo che terrrorizza ogni donna, soprattutto dopo aver vissuto la dolorosa sconfitta della madre.
 Un atto consigliato peraltro dagli stessi medici, e che per l’Oncologia si traduce in una grande resa di fronte al cancro al seno, che non sa offrire altra risposta che una mutilazione così pesante per cercare di evitare, peraltro senza alcuna garanzia certificata, un cancro futuro.

MASTECTOMIA : PREVENZIONE TUMORE AL SENO
Una moda quella della mastectomia come prevenzione che sta dilagando non solo in America , ma che sta prendendo piede anche in Italia.: 
"Cinque venete come Angelina Jolie svuotano i seni per evitare il cancro, anche loro risultate positive ad un test capace di individuare le alterazioni dei geni Brca 1 e Brca 2."
La scelta di Angelina Jolie, come quella delle donne che prendono questa decisione va ovviamente rispettata ed è del tutto legittima ed insindacabile.
Il messaggio però che viene lanciato, non tanto da Angelina, vittima inconsapevole di una tendenza delirante, ma dagli oncologi è evidente: la sconfitta dell’oncologia.
Come darle torto se i medici stessi consigliano alle donne: toglietevi il seno, perché le cure non danno garanzie, ma spiegatemi allora perchè contrasta decisamente con l’ottimismo sbandierato da qualche tempo: ma come non si guariva praticamente tutte?

STATISTICHE TUMORE AL SENO
“Se il tumore viene identificato allo stadio 0, la sopravvivenza a cinque anni nelle donne trattate è del 98 per cento”… questa è la bandiera della vittoria sul cancro al seno, quella che ci mettono sempre sotto il naso, ma mentre la fotografia dei risultati è solo quella della prima dichiarazione, leggendo il resto ci si accorge che “anche se le ricadute variano tra il 9 e il 30 per cento dei casi, a seconda della terapia effettuata. Se i linfonodi sono positivi, cioè contengono cellule tumorali, la sopravvivenza a cinque anni è del 75 per cento.”
E questo però solo per lo stadio 0.....
Il tumore al seno è la prima causa di morte per la donna e su 30.000 casi, 11.000 sono i decessi, per cui più di un terzo delle donne muore, senza dimenticare che la maggior parte di loro, oltre a chemioterapia, radioterapia, cure ormonali impegnative, viene sottoposta a quadrectomia e mastectomia.
Operazioni mutilanti che non impediscono in molti casi il ritorno prepotente del tumore che si metastatizza e a quel punto lascia poche speranze.
Il suo gesto fa riflettere: se nelle donne con questo gene vi sono più probabilità di ammalarsi di cancro al seno e alle ovaie, è pur vero che il 75% delle donne si ammala pur non avendo i geni che le predispongono.
Allora che facciamo? Per maggiore tranquillità dovremmo tutte farci piallare e svuotare delle ovaie?
Ed ancora, ci fidiamo così tanto di questi teorie sulle cause di un tumore?
In che percentuale questi geni contribuiscono a predisporre al tumore, e quante altre cause ci predispongono al cancro, oltre ad una familiarità che non necessariamente farà sviluppare un cancro?
Si è veramente tranquilli con una mastectomia? 
Perché ricordiamoci che esistono anche altri tumori, e quanti altri geni scopriranno che ci predispongono a tumori al pancreas, al fegato al cervello, allo stomaco, e così via….
Quando li scopriranno che facciamo, ci mutiliamo un pezzo qui e un pezzo là per prevenire?
Devo confessare che la prospettiva mi inquieta......
Il cancro è ancora un gran mistero, a quanto pare ed è evidente che siamo ancora alla preistoria della medicina per quanto riguarda la comprensione dei meccanismi che ci predispongono al tumore, ma nel frattempo, pur essendo ancora nella nebbia più totale ci propongono rimedi sicuri in campagne martellanti per la prevenzione dei cancri tipicamente femminili, chissà.....forse perchè agli uomini è più difficile proporre interventi che coinvolgono la loro mascolinità....
Ci stiamo avviando verso il folle mondo di un’oncologia preventiva tutti i costi, ma del quale sinceramente sarebbe meglio diffidare.
Un esempio: la campagna per il Papilloma Virus come prevenzione per il tumore alla cervice-

PAPILLOMA VIRUS: PREVENZIONE TUMORE ALLA CERVICE
Anche per il tumore alla cervice grande campagna di prevenzione con vaccinazione per le bambine di 11- 12 anni.
Ma non tutti sono d’accordo per fortuna , e molto interessanti sono le informazioni contenute in quest’articolo da cui estraiamo due brevi ma significative considerazioni sulla campagna di prevenzione che ci ha soffocato in questi ultimi anni. http://www.informasalus.it/it/articoli/sos-genitori-papilloma.php
“Il cancro della cervice è causato da un virus chiamato PapillomavirusUmano,
 I tipi di HPV 16 e 18 sono responsabili di oltre il 70%dei casi di cancro cervicale.
Ma non abbiamo alcuna dimostrazione che questo vaccino sia efficace nelle donne, perché le supposizioni della sua capacità protettiva verso il tumore del collo dell’utero è solo una estrapolazione di pochi dati desunti da pochissimi studi clinici ancora incompiuti.
Secondo i principi della Farmacologia, un farmaco come il vaccino anti-HPV non avrebbe mai dovuto essere commercializzato, almeno fintanto che non saranno disponibili dati concreti sul suo reale rapporto rischio/beneficio e quindi non prima di altri 15 anni.”

Un video di una ragazzina che il vaccino vorrebbe non averlo mai fatto

Un articolo di Gioia Locati:
"Fa il vaccino anti papilloma e si ammala: grave 12enne"

Ma anche in questo caso sembra che ormai la prevenzione con il vaccino sia la ricetta miracolosa per evitare il cancro.
E quali altre ricette miracolose ci propineranno per cercare di affrontare la paura del cancro?
Donne affettatevi, svuotatevi, vaccinatevi, ma senza alcuna certezza…….e alla fine, non sapremo certo se il tumore si affaccerà nella nostra vitaa, ma di una cosa  saremmo sicure: delle conseguenze di tutte queste azioni, dai danni psicologici e fisici di una mutilazione, ai danni ancora in parte sconosciuti di un vaccino discutibile.
Siamo sicure che queste scelte sbandierate come libere, siano veramente libere e non dettate da una scia miracolistica di promesse della nuova era oncologica, che non sia come sempre solo un effetto ottico?
In fondo questi venditori di ricette facili per la prevenzione forse illusoria dei tumori giocano su una spinta molto meno razionale di quello che sembra, ma molto più atavica ed istintiva: la paura della morte, e nell’illusione di evitarla, come gesto scaramantico sacrifichiamo una parte di noi stesse, rinunciando alla ragione.
E mentre l’oncologia fa un passo da gambero, chiedendo in pratica alle donne di non fidarsi delle loro cure, i risultati strabilianti e concreti nella lotta al tumore al seno rimangono sempre quelli pubblicati dal Dott. Di Bella, che fa un passo avanti dimostrando i successi del MDB per questo temibile tumore.

METODO DI BELLA E CANCRO AL SENO

122 CARCINOMI DELLA MAMMELLA TRATTATI CON MDB(NEUROENDOCRINOLOGY LETTERS,VOLUME 32,N°5 2011)


"I risultati ottenuti dallo studio osservazionale retrospettivo riguardante 122 casi di "carcinoma mammario", 92 dei quali riguardanti pazienti giunti in cura allo studio medico della Fondazione - di cui abbiamo valutato caratteristiche istologiche, immunoistochimiche, grado nucleare, differenziazione, esami ematochimici, efficacia terapeutica (valutando Remissione/Stabilità/Progressione,) performance status, e sopravvivenza a 5 anni rapportata alla stadiazione - secondo l' American Joint Committee on Cancer Staging 7 th) - e di 30 cartelle cliniche che hanno ottenuto da tribunali l'erogazione gratuita del MDB per perizie giurate di CTU che avevano certificato risultati superiori, con MDB, rispetto alle terapie tradizionali, nelle stesse patologie e stadi.

I nostri dati rappresentano significativi miglioramenti sia della sopravvivenza per ogni stadio, sia della risposta obiettiva e della qualità di vita, rispetto ai parametri riscontrabili in letteratura per gli stessi stadi, istotipi e gradi, trattati con chemio-radioterapia-anticorpi monoclonali.

Un dato significativo:

la "5 years Survival Rate" (sopravvivenza osservata a 5 anni dalla diagnosi) per tumori al IV stadio (metastatici), risulta del 50% con MDB rispetto al 19,9% diffuso dal National Cancer Institute attraverso il progetto SEER relativo al periodo 1999-2006.

Particolarmente rilevante il dato nei casi clinici (9) allo Stadio I e II (stadio iniziale) che in precedenza non avevano subito alcun trattamento, né terapeutico, né chirurgico.

UNICAMENTE trattati con MDB (terapia di prima linea) il 100% ha registrato una risposta positiva (remissione). Nella letteratura scientifica non esistono casi di tumori solidi risolti unicamente con terapie farmacologiche.

Oltre all'importanza del risultato in sé, unico nel suo genere, un'ulteriore valenza potrebbe essere acquisita dalla considerazione che tale trattamento, se adottato come terapia di prima linea nella prassi clinica, consentirebbe praticamente di "azzerare" i rischi di disseminazione neoplastica, potenzialmente insiti nella pratica chirurgica, ed evitare infine alle pazienti un intervento di asportazione che viene vissuto, nella stragrande maggioranza dei casi, come una vera e propria amputazione.

Analogamente, il gruppo di pazienti (39) allo stadio iniziale che ha utilizzato il MDB come terapia adiuvante (quindi dopo l'intervento operatorio, e a scopo preventivo di recidive) ha registrato il 94% di remissioni (38 casi su 39). L'unico caso di progressione si è verificato in una paziente che, dopo due anni di cura, ha interrotto bruscamente, e di propria iniziativa, il trattamento terapeutico, vanificando i risultati fino a quel momento ottenuti ed esponendosi così alla ripresa della malattia.

I dati ottenuti rivelano risultati indiscutibilmente positivi e statisticamente superiori alle medie documentate dai diversi archivi statistici nazionali e sovranazionali.

Anche considerando il fatto che gli indicatori e gli indici statistici, in quanto tali, sono affetti da una loro variabilità ed imprecisione ( tanto più quanto ristretto risulta il numero delle singole rilevazioni su cui sono basati), risultano comunque rilevanti gli scostamenti rispetto alle diverse medie statistiche "ufficiali" per tutti i parametri analizzati e, in maniera ancora più evidente e rilevante, per i risultati terapeutici ottenuti.
Giuseppe Di Bella”

Chissà se Angelina e le altre lo avessero saputo ……

Battiamoci coraggiosamente per l'informazione ......