lunedì 25 novembre 2013

LA STORIA DI OLLY JO:CARCINOMA DUTTALE INFILTRANTE CON METASTASI




Un giorno, scorrendo le pagine del Forum Di Bella, un sito insostituibile in cui le storie di vita si susseguono alle profonde riflessioni e ai consigli preziosi di Adolfo Di Bella, ho letto questa lunghissima lettera ...tutta d'un fiato.

Grazie Olly Jo


DAL FORUM dI BELLA
Ho ricevuto una testimonianza che, sia per la profonda umanità e sensibilità che la caratterizza, che per la verità che emerge, dovrebbe essere conosciuta e meditata da tutti.

Come ho avuto modo di scrivere all'autrice, rispondendo alla sua mail, un commento sarebbe superfluo e correrebbe il rischio di sottrarre, anzichè aggiungere, perchè si tratta più del fedele racconto di vita vissuta che di una testimonianza.

Adolfo

QUELLA VOLTA CHE HO SCOPERTO DI AVERE UN TUMORE ......E LA TESTA
Più di quattro anni fa, in un caldo e assolato agosto, in una città ancora deserta e sonnacchiosa per le
vacanze estive, ho scoperto di avere un tumore.
E' stata una notizia terribile che ha segnato irrimediabilmente la mia esistenza, un brivido gelido ha attraversato tutta me stessa e mi ha scaraventata a terra senza respiro e senza speranze.
Come un fantasma guardavo dall'alto un mondo che ormai non mi apparteneva più, e tutto quello che fino a qualche giorno prima aveva dato un significato alla mia esistenza, improvvisamente era distante anni luce dal mio presente.
Ero sicura di vivere un breve e tragico periodo di transizione tra la vita, relativamente spensierata di prima, e l'ultimo dei miei giorni, periodo destinato a finire con la stessa rapidità del fulmine che improvvisamente taglia in due il cielo.

Pregai le persone care che non c'erano più di aiutarmi, piansi tante notti e tanti giorni, fino a non poter più aprire gli occhi tanto erano gonfi, fino a quando esaurii le lacrime, mentre la vita attorno a me scorreva come sempre, indipendentemente dalla mia sofferenza.
Com'era possibile tutto questo? Io avevo un tumore, ed era incredibile perché stavo benissimo, come del resto ero sempre stata in passato.
Venne il vortice degli esami pre-intervento, la visita dal chirurgo, la biopsia, la risonanza, e tanto altro ancora, e non ebbi più tempo per la disperazione, ma anzi improvvisamente in me prese il sopravvento la forza di reazione, dovevo lottare.
Dopo appena venti giorni avrei dovuto subire l'intervento chirurgico ed ero terrorizzata innanzitutto per l'anestesia perché non avevo mai fatto interventi in precedenza e temevo di non risvegliarmi più.
Il chirurgo, specializzato in oncologia, mi disse che sicuramente avrei dovuto fare la radioterapia e forse anche la chemioterapia, eventualità quest'ultima che sarebbe dipesa dall'esito dell'esame istologico.
Quanto si profilava all'orizzonte in tema di terapie mi faceva più male che la certezza di avere il tumore e, se tutti, il chirurgo, i radiologi, le infermiere, davano per scontato che mi sarei affidata ai protocolli di cura stabiliti da linee guida a livello mondiale, per me non rappresentava né una sicurezza né un sollievo delegare ai medici le decisioni sulla mia salute.
Io non sono come tutti gli altri pensai, dovevo seguire il mio istinto e fare quello che dentro di me sentivo essere giusto e affine alla mia sensibilità.
Non si trattava banalmente di dire sì o no a una cura piuttosto che a un'altra, dovevo essere convinta della mia scelta perché solo così avrei avuto la forza di superare gli effetti collaterali della terapia.
Mi resi conto di essere più forte di tutte le persone che avevo intorno e che dovevo affrontare questa prova da sola, volevo evitare interferenze esterne e non volevo essere compatita.
Allora non sapevo molto della chemioterapia, pur essendo informata delle vicissitudini di amici e parenti che l'avevano fatta senza alcun risultato e con costi elevatissimi in termini di qualità di vita.

Della radioterapia non avevo un'ottima opinione, l'idea di essere bombardata da radiazioni non mi sembrava molto sensata. Normalmente quando ci sono delle fughe radioattive dalle centrali nucleari, c'è un fuggi fuggi generale!
Cercai su internet quanto c'era a disposizione sull'argomento cancro, e trovai di tutto: notizie pro e
contro le terapie ufficiali, cure a base di erbe o veleni, diete folli per affamare il tumore, pulizie intestinali a base di caffè, apparecchi strani.
Non sapevo ancora cosa avrei fatto ma era sempre più chiaro e categorico che non avrei mai seguito la strada delle terapie ufficiali, piuttosto mi sarei rassegnata impotente al destino.
Accantonai la ricerca affannosa di soluzioni e affrontai l'intervento che per fortuna non mi diede particolari problemi.
Arrivò invece l'esito infausto dell'esame istologico: il tumore era aggressivo e veloce.
Non volendo lasciare nulla d'intentato, cartella clinica alla mano e da sola, mi recai presso un ambulatorio di oncologia dell'Asl per una visita, volevo sentire un parere di un addetto ai lavori.
Di fronte a me trovai un'oncologa che aveva una sensibilità paragonabile a quella del boia sul patibolo alle prese con il condannato a morte, e ragionava per protocolli: "Lei è ad altissimo rischio di recidive, deve fare otto cicli di chemioterapia perché il protocollo a livello mondiale dice così, e poi la radioterapia per sterilizzare la parte..." e parlava, parlava, parlava, recitando con freddezza una parte che aveva già messo in scena tante altre volte.
Mi disse dell'opportunità di avere un supporto psicologico, ma si vedeva chiaramente che di me non le importava niente, era abituata a ricevere l'accettazione immediata, totale ed incondizionata del malato terrorizzato dalla malattia e dalle cure che avrebbe dovuto subire.
Rimase pertanto alquanto stupita dal mio atteggiamento; mi comportavo, infatti, come se tutto questo non stesse succedendo a me, ero fredda e distaccata come se stessi parlando di un estraneo, non c'era da parte mia nessun coinvolgimento emotivo.
La dottoressa non mi rispose quando le chiesi se era vero che la chemioterapia è cancerogena, l'ho letto su internet le dissi, ma lei non sapeva nulla o finse di non sapere.

Volli anche approfondire le percentuali di guarigione delle terapie che avrei dovuto affrontare e purtroppo non erano entusiasmanti, per contro se decidevo di non fare nulla avevo il 96% di rischio di recidive.
Dissi alla dottoressa, con un filo di cattiveria, che forse anche senza terapie avevo la stessa probabilità di ammalarmi nuovamente né più né meno come tante persone che il quel preciso momento pensavano di essere sane e invece inconsapevolmente stavano portando a spasso un tumore....la poveretta si spaventò e addirittura fece le corna per scaramanzia!
Se la chemioterapia è efficace, dà risultati straordinari, se era il suo sicuro e scientifico asso nella manica, che paura aveva?
Mai e poi mai avrei consegnato il mio corpo alla dottoressa, mi congedai da lei e dal mondo delle "terapie"? ufficiali.
Mi ricordai che ai tempi della sperimentazione Di Bella mi appassionai tantissimo e tifai per la cura ideata dal Professor Luigi Di Bella, sarà stato per quel suo aspetto semplice, quasi familiare, mi aveva ispirato fiducia.
Cercai su internet informazioni sulla cura e sulla sperimentazione del 1998 e appresi che il figlio del Professore, il dott. Giuseppe Di Bella, stava proseguendo la missione del padre e aveva scritto un libro dal titolo "Il metodo di Bella"...corsi in libreria a comprarlo............... ............
............scoprii di avere la testa!

LIBRO DEL DOTT. GIUSEPPE DI BELLA
Non è un libro facile perché per capirlo fino in fondo sarebbe necessario avere conoscenze approfondite in campo medico, ci sono però delle pagine comprensibili a tutti che mi hanno colpita e mi sono rimaste particolarmente impresse.
Il dott. Di Bella scrive che la chemioterapia "persegue l'illusorio fine di distruggere tutte le cellule
Il libro del Dott. Giuseppe Di Bella
neoplastiche, non la causa che le ha prodotte, che pertanto non solo persiste, ma si esalta dopo chemioterapia" per molteplici motivi tra i quali l'incremento elevatissimo dei radicali liberi, l'effetto mutageno sulle cellule tumorali che sono sempre più resistenti, la depressione immunitaria, le compromissioni di funzioni e organi vitali (pagine 27 e 28).

Mi fece pensare la seguente frase a pag. 26 "Il tumore è la deviazione dalla vita normale, per cui occorre portare le reazioni deviate alla norma, attraverso l'esaltazione di tutti quei mezzi che la fisiologia considera essenziali per la vita normale".
E ancora "Il MDB asseconda ed esalta le reazioni vitali e l'omeostasi (misure che l'organismo attua per difendersi da aggressione interne o esterne) antitumorale per metterle in condizione di contrapporsi alla insorgenza e progressione neoplastica".
Mi sembrava sensato il potenziamento delle difese immunitarie per combattere la malattia e riportare nella norma quelle reazioni che erano sfuggite al controllo.
Invece, mi sembrava sempre più una follia la chemio, che per cercare di distruggere il tumore devasta il corpo, fa cadere i capelli e rende talmente deboli che una qualsiasi infezione può essere letale.
Lessi anche la parte sulla sperimentazione della cura e il resoconto delle modalità faziose con la quale fu condotta, medicinali scaduti, errata somministrazione e arruolamento di pazienti terminali chemio-trattati, sui quali soltanto un miracolo poteva avere qualche effetto.
Tenni il libro sul comodino, a portata di mano come un'arma segreta da usare in caso di necessità, stavo benissimo e pensai di aspettare per vedere cosa succedeva, forse non ci sarebbero più state ricadute....mi dissero tutti che ero pazza.

ALTRI PROBLEMI ALL'ORIZZONTE
Non facevo nessuna cura ma mi controllavo periodicamente con ecografie ed esami del sangue, seguivo una dieta rigorosamente vegetariana, usavo esclusivamente alimenti biologici ed eliminai completamente dalla dieta lo zucchero, il latte e i suoi derivati.Avrò trasformato in spremute un camion intero di arance, mangiato in tutte le forme cavoli, cavolini, cavolfiori, per non parlare dei centrifugati di carote e delle foglie di aloe che consumavo fresche appena staccate dalla pianta.
Tutto andò bene per un anno circa ma poi purtroppo risonanze, tac, pet, ecografie, confermavano la presenza di metastasi sparse un po' dappertutto e pochi mesi di vita.
I medici mi guardavano tutti seriamente preoccupati, ma io non avevo perso il mio consueto coraggio.

Il bivio
Cosa ne dice? chiesi al primario di radiologia che aveva appena visto le lastre della risonanza, magari la malattia si arresta, gli dissi, ma lui sentenziò: "non ho mai visto una cosa così fermarsi".
Quest'affermazione può dare il senso della gravità del male, non tumore, cancro, peggio ancora, "una cosa così", qualcosa d'indefinibile ma letale.
Mi consigliò di andare dal più bravo oncologo di un centro anti-tumori della zona, il tempio della chemioterapia dissi io, lui sorrise cinico.
Inutile dire che da quell'oncologo devo ancora andare adesso.
Consultai anche degli amici medici, anche loro mi dissero che dovevo fare la chemioterapia subito, domani stesso, di corsa, era la sola chance che avevo per salvarmi la vita, non c'era tempo da perdere.
Voglio provare la terapia Di Bella dissi io, dall'altra parte un coro unanime di no, é tutto un bluff, non funziona, tempo perso.
Io come sempre mi feci trasportare dal mio istinto e dalle convinzioni maturate dopo aver letto il libro e scrissi immediatamente un'e-mail alla Fondazione Di Bella.
Con sorpresa mi rispose subito il Dott. Giuseppe Di Bella chiedendomi i particolari della malattia.
Una settimana dopo ero nel suo studio a Bologna.
Avevo la sensazione che si poteva fare qualcosa e che niente era perduto.

DAL DOTT. DI BELLA A BOLOGNA - parte prima - INIZIO CURA.
Uno studio semplice, una segretaria gentilissima che ti accoglie con un bell'accento bolognese e che seduta a una piccola scrivania vicina alla porta d'ingresso è perennemente al telefono con i pazienti.

Il dott. Di Bella mi chiese calmo e rassicurante "Cos'è successo?", lesse con attenzione la valigia di esami che portai con me, mi diede la cura da fare e mi disse, "non le posso assicurare niente, però tentiamo, faccia la cura".

Mi resi conto che prima ero come una nave alla deriva in balia della corrente, ma dopo aver parlato con il dott. Di Bella, sentivo profondamente di avere fatto la scelta giusta: ero approdata in un porto sicuro.
In un certo senso mi tranquillizzai e pensai che dovevo venire prima da lui, senza concedere il tempo alle cellule maligne di organizzarsi e nuocermi nuovamente, ora purtroppo sarebbe stato più difficile combatterle.
Mi ritrovai tra le mani un foglio formato A4 con l'elenco dei farmaci per la terapia: erano un po' tanti, soprattutto per me che più di qualche Aspirina in vita mia non avevo preso.
Anche se ero sempre stata contraria alle medicine, non avevo niente da eccepire sui componenti della cura: che problema potevano darmi le vitamine C, D, E, A, B, la taurina, il calcio, la melatonina, il Betacarotene? Nessuno!
Il  Metodo Di Bella
Mi faceva invece un po' paura il chemioterapico, anche se avrei dovuto prenderlo in piccole dosi, ma era troppo chiaro che in gioco c'era la mia vita e questa volta non potevo più permettermi di far passare altro tempo o peggio ancora di sbagliare.
Il giorno dopo feci l'ordine alla farmacia e il giorno dopo ancora arrivò il pacco...via con quest'avventura pensai.
All'inizio della cura mi capitava spesso di avere dei dubbi o semplicemente bisogno di chiarimenti sulle dosi, sulla somatostatina, o altro ancora, allora scrivevo una mail al dott. Di Bella.
Mi ha sempre risposto tempestivamente e gratuitamente, e tutte le volte mi sono chiesta come facesse a seguire lui da solo tutti i pazienti.
Ricordo ancora ora l'esperienza del "primo buco" per la somatostatina, ho impiegato un po' di tempo ma è stato più semplice del previsto e ho dormito tutta la notte, non mi hanno dato fastidio né l'ago, né la siringa temporizzata, né il tubicino di plastica.
All'inizio della terapia gli effetti collaterali erano più evidenti e si manifestavano con mancanza di energia e nausea, poi nel giro di qualche settimana li avvertii di meno.
Continuo ancora ora la terapia, sto bene, non mi sono assentata un solo giorno dal lavoro, esco al mattino presto da casa quando la siringa temporizzata non ha ancora terminato tutto il suo tragitto e nascondere il marchingegno sotto gli abiti, oppure occultarlo con una sciarpa, è più facile del previsto.
Fin dall'inizio non ho mai contratto neanche un raffreddore, anche se sono stata a contatto con gente malata.
Quello che per me è importante, è che si tratta di una cura che si può fare in casa in totale autonomia, mentre si continua a vivere la vita normale di tutti i giorni, circondati dagli affetti di sempre, niente reparti di oncologia, niente stanze della chemioterapia, niente cure ospedaliere, niente medici che di te non gliene importa niente perché in fondo sei solo una fra tanti.
Questa sensazione di essere solo un numero non l'ho mai avvertita con il dott. Di Bella, sarà per l'umanità e la disponibilità che lo contraddistinguono, ma io mi sono sempre sentita seguita in modo speciale.
Ora il cancro mi fa meno paura.

TRA FINZIONE E REALTA'
Per avere in esenzione alcuni farmaci contemplati dal Metodo Di Bella, è indispensabile farsi rilasciare da un reparto di oncologia di un ospedale, un piano terapeutico.
Mi sono rivolta anch'io ad un reparto di oncologia ma mi sono astenuta dal dire che faccio la terapia Di Bella.
Eh no troppo pericoloso, rischio di non avere i farmaci.
Arriva il giorno dell'appuntamento, mi sento un agente segreto in missione...... racconto sommariamente quanto successo e dico che è da un mese che prendo due farmaci solo perché la dottoressa di base, mia amica, ha insistito tanto.
Mi dicono che normalmente loro prescrivono altri farmaci ma se ormai ho iniziato, andiamo avanti così, però dovrei fare la chemio.
Recito la parte della donna fragile e con le lacrime agli occhi dico, "no, non potrei mai fare la chemioterapia, so che perdo delle possibilità di guarigione ma non posso fare diversamente". Mi dicono che la fanno anche alle donne di ottant'anni, ma io ribadisco che non ce la farei mai, sono troppo fragile, s'impietosiscono ed esco vittoriosa con il piano terapeutico!
Altra avventura...

Devo fare la Pet, telefono al centro per fissare l'appuntamento e prende avvio una gag degna di Totò e Peppino.
L'infermiera mi chiede, "Chi è il medico che la manda?" il medico di base dico io.
"Ha una prescrizione?" si certo!
"Chi l'ha fatta?" Il medico di base ripeto io!
"Ma nooo" dice l'infermiera spazientita 
"Chi è l'oncologo che la segue?"
"Non sento niente sono in macchina, le porto tutto quando vengo".
"Nooooo, ne ho bisogno subito, me lo richiede l'Asl, la Pet è un esame costoso e se non abbiamo tutte le informazioni, non ce lo rimborsano".
Che cosa faccio? Mi invento il nome dell'oncologo! Rossi? Bianchi? ...no troppo banale...ecco Dott. xxxxxx, si mi piace, lo comunico all'infermiera che prende nota.
L'infermiera vuole sapere in che struttura lavora l'oncologo.
E' di Milano le dico, (essere in cura da un oncologo di Milano va sempre bene, incute rispetto, vuoi per l'importanza di Milano, vuoi per la quantità di centri antitumori che sorgono in questa città.)
“Sì ma dove esattamente?” Insiste l'infermiera
“Non mi ricordo l'indirizzo” rispondo....e lei "Ma nooo, in che ospedale lavora?"
“Ha uno studio privato” dico io.
L'infermiera tira un sospiro di sollievo, sicuramente penserà che io sia cretina e che non capisco le domande, ma ha avuto tutte le informazioni che voleva e mi fissa l'appuntamento.
Un oncologo inesistente è una garanzia e non fa paura, non lo è invece il dott. Di Bella....mi sento una fuorilegge, sorrido divertita, ma penso che tutto questo non abbia senso.
Pago le tasse, sono esente per patologia dagli esami e dalle indagini diagnostiche, eppure devo pagare la maggior parte delle medicine della terapia e fingere per non avere problemi.

Mi scusi Prof. Di Bella se non posso essere sincera con loro, ma sono in guerra, non solo contro il cancro ma anche con gli ottusi rappresentanti delle terapie ufficiali che non capirebbero mai la mia scelta.

DAL DOTT. DI BELLA - parte seconda
Dopo tre mesi dall'inizio della cura andai a fare la Pet, le metastasi non c'erano più ! Niente di niente.
Incredibile ma vero, mi sentivo una sopravvissuta, non sapevo se ridere o piangere di gioia, ero pervasa da un sentimento d'incredulità, eppure mi avevano detto che una "cosa così non si ferma".
Il Dott. Giuseppe Di Bella
Ma era chiaro, era scritto nero su bianco e la cosa era per me ancora più incredibile perché non avevo dovuto fare grossi sacrifici per raggiungere un simile risultato, né patire effetti collaterali devastanti.
Anzi stavo bene, mi sentivo in forma e conducevo come sempre una vita normale.
Andai a fare un'ecografia da un oncologo che aveva insistito tanto affinché mi sottoponessi alla chemioterapia ma aveva dovuto arrendersi di fronte alla mia caparbietà.
Era a conoscenza della mia scelta e quando mi vide fu stupito del mio aspetto fisico, e lo fu ancora di più quando non trovò più quello che qualche mese prima lo aveva fatto preoccupare non poco per la mia sopravvivenza.
Guardava il monitor, guardava me, e sorridendo mi disse "aveva ragione lei!".
Non mandai subito via mail i referti della Pet e dell'ecografia al dott. Giuseppe Di Bella, ma presi un appuntamento per portarglieli personalmente e vedere la sua reazione.
Il dott. Di Bella li lesse con attenzione e sorrise come solo un uomo buono sa fare e quel momento resterà per sempre impresso nella mia mente.
Dal suo sorriso trasparivano la contentezza per il mio stato di salute e la soddisfazione per un'altra prova dell'efficacia della terapia.

Non posso considerarmi fuori pericolo perché come mi ha detto il dott. Di Bella "ci vuole tempo e costanza per eradicare completamente una neoplasia", ma io ho tanta pazienza e dalla mia parte il dott. Di Bella che mi ha detto che ha il dovere di salvarmi la vita!
Già proprio così, "DOVERE di salvarmi la vita", non dovere dovuto esclusivamente all'esercizio della professione medica, ma un dovere morale e quasi paterno.
Sto continuando la cura, sto bene e anche l'ultima Pet fatta pochi giorni fa conferma che sono libera da malattia.
Ogni tanto tiro fuori gli esami fatti prima dell'inizio della cura e leggo: "malattia ad elevata attività metabolica", "lesioni secondarie", guardo le immagini del mio corpo fatte con la Pet, sono piene di puntini e flash colorati di giallo......E' incredibile ma sono ancora qui!

FANANO
Sono andata a Fanano, una tranquilla località dell'Appennino Emiliano, e nel salire verso il paese, ho immaginato il Professore percorrere la stessa strada a bordo della sua utilitaria.
Ora mi trovo di fronte a lui e penso che gli devo la vita.
Gli ho portato un fiore, per lui non posso fare altro, ma in quel fiore ci sono tutta la mia stima, riconoscenza, affetto e l'omaggio ad un uomo unico per modo di vivere, valori, sentimenti, con delle conoscenze scientifiche straordinarie, aveva addirittura tre lauree.
La tomba di Fanano
Il Professore ha speso tutta la sua vita per fare del bene al prossimo, in modo semplice come solo i grandi uomini sanno fare, senza bisogno di apparire e senza tornaconto economico.
Ha lottato per tutta la sua esistenza contro un sistema corrotto e parassitario ed è triste constatare come in campo oncologico, dove più servirebbero dialogo e sinergie, l'ottusità e gli interessi economici prendono il posto della comunicazione e della collaborazione e condizionano così pesantemente l'atteggiamento degli addetti ai lavori al punto da confinarli in una sorta di "setta" il cui credo non si può assolutamente mettere in discussione.
Caro Professore vorrei abbattere le barriere dello spazio e del tempo per poterla abbracciare, ringraziare e gioire con Lei per la mia guarigione.

So che appena sarà possibile ritornerò a Fanano.

GRAZIE

Questa notte ho fatto un sogno,
ho sognato che camminavo sulla sabbia
accompagnato dal Signore,
e sullo schermo della notte erano proiettati
tutti i giorni della mia vita.

Ho guardato indietro e ho visto che
per ogni giorno della mia vita,
apparivano orme sulla sabbia:
una mia e una del Signore. Così sono andato avanti, finché
tutti i miei giorni si esaurirono.
Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi posti
c'era solo un'orma....
Questi posti coincidevano con i giorni
più difficili della mia vita;
i giorni di maggior angustia,
maggiore paura e maggior dolore... Ho domandato allora:
"Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con te,
ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti
peggiori della mia vita?" Ed il Signore rispose:
"Figlio mio, Io ti amo e ti dissi che sarei stato
con te durante tutto il tuo cammino
e che non ti avrei lasciato solo
neppure un attimo,
e non ti ho lasciato....
I giorni in cui tu hai visto solo un'orma
sulla sabbia,
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio". (Anonimo Brasiliano)

....... sto ancora camminando sulla sabbia e sullo schermo della mia vita devono ancora essere proiettati tanti giorni. Guardo indietro quando c'era solo un'orma sulla sabbia, il mare in burrasca stava per portarmi via, stavo cadendo tra i flutti neri e freddi, improvvisamente vicino a me apparve il Prof. Di Bella, mi disse di correre verso la sabbia, verso la vita, mi sollevò da terra e sorrise e aiutò il Signore a prendermi in braccio.
Ora vicino a me c'è il dott. Giuseppe Di Bella e tante orme sulla sabbia, tutti insieme percorriamo un sentiero a tratti in salita, a tratti reso viscido da mostri velenosi, sono vestiti di bianco e spaventati dalla nostra forza. Il Professore ci guarda dal cielo, annuisce e ci dice di andare avanti, dopo quella duna in fondo al sentiero arriveremo in una spiaggia di sabbia bianca e assolata e ci saranno ancora giorni sereni, amore e vita. 



GRAZIE PROF. LUIGI DI BELLA
Non so se è andata realmente così, ma pensarlo mi dà forza e mi fa vivere più serenamente. 
So per certo che tutte le volte che guardo il cielo stellato, che gioisco per un paesaggio al tramonto, che ascolto la musica che mi piace, che bevo un bicchiere d'acqua fresca, lo devo a lui, ed inspiegabilmente, mi sento pervasa di amore, e mentre immancabile una lacrima sgorga dai miei occhi, il mio pensiero corre allo Studio di Bologna.
Un sentito ringraziamento al Dott. Giuseppe Di Bella e al Dott. Adolfo Di Bella che stanno continuando con sacrificio e amorevole passione la missione iniziata dal Professor Luigi Di Bella.
Il prof. Di Bella
Senza di loro tutto sarebbe perduto, le conoscenze scientifiche del Metodo Di Bella e la vita di tante persone. Il loro impegno ha un valore incommensurabile, come le foto di famiglia o i ricordi più belli, ed è mosso da beni preziosi sempre più rari: l'umanità e la giustizia. Sono terribilmente dispiaciuta e posso solo immaginare quanto sia devastante per loro dover continuamente, ormai da troppo tempo, lottare e difendersi da infamie e ingiustizie, ma spero con tutta me stessa che la verità alla fine emergerà dirompente. Un abbraccio a tutti quelli che come me hanno deciso o stanno decidendo di fare la terapia Di Bella. Coraggio ce la farete, ce la faremo!

Olly Jo Il nome è di fantasia, ma la storia è reale. Tumore al seno, "carcinoma duttale infiltrante con metastasi in dodici linfonodi ascellari."
Dopo l'Intervento mi viene proposta chemio radio e ormonoterapia. Decido di non fare nulla. Dopo un anno e mezzo: "l'indagine PET documenta plurime ed intense captazioni che interessano diffusamente il parenchima epatico....focale captazione all'aletta sacrale destra" . Inizio la cura Di Bella e dopo tre mesi la Pet non evidenzia più nulla.
Oggi a distanza di tre anni il risultato è confermato.
Il 7 novembre 2012 sono stata dal dott. Di Bella, mi ha detto che sono fuori pericolo.


SOPRAVVISSUTA
E' notte fonda il cielo è minaccioso e l'uragano in arrivo. Davanti a me la strada è interrotta di netto un taglio preciso, spietato, ha frantumato anche l'asfalto. 
                                                                                    Ai bordi del precipizio due cavalli neri
La rinascita
imbizzarriti.
Ho percorso un'altra strada lunghissima in costruzione sovrastata da pareti frananti.
Ora dietro di me la tempesta si sta placando la polvere si sta disperdendo nel buio vorticosi mulinelli riuniscono le foglie cadute in mucchi sotto gli alberi e ai lati della strada.
C'è desolazione la terra è arida, bruciata Le nuvole grigie lasciano intravedere la luce del sole l'aria fresca mi porta il profumo dell'erba bagnata e investe i miei sensi.
 Il vento mi spettina i capelli mi accarezza il volto scuote le mie vesti.



Alzo le mani al cielo guardo l'infinito e il mio essere si fonde in pace con l'Universo.
 Sono una sopravvissuta."

OLLY JO 


UNA SOLA DOMANDA
.......Una sola domanda vorrei porre, non solo a quel medico che è rimasto strabiliato dai risultati, ma a tutti quei medici che non possono obiettare dinnanzi a queste guarigioni, di fronte a radiografie tac, pet e esami incontestabili.
Dov' è la vostra coscienza, perchè non parlate, perchè non approfondite, perchè non prendete il telefono in mano e chiedete direttamente al Dott. Di Bella cos’è il Metodo Di Bella?
Solo questo vi chiedo.

Anna

2 commenti: